Megaupload non sarebbe poi tanto diverso da YouTube. A dirlo è Kim Schmitz. noto anche coi nomi d’arte Kim Dotcom e Kimble (Kiel, 21 gennaio 1974), è un imprenditore tedesco fondatore e proprietario di Megaupload.
Dopo la sua scarcerazione mediante cauzione, il fondatore del celebre cyberlocker ha dichiarato che, come il popolare sito di video-sharing, anche la sua piattaforma ha sempre rimossi i collegamenti a contenuti coperti da copyright. Come lui stesso ha dichiaato in merito a questa delicata questione, “Non sono il re della pirateria. Ho solo offerto banda e spazi digitali ai miei utenti, tutto qua“: ‘Dotcom’, dunque, difende il proprio operato, mettendolo a confronto con la piattaforma acquistata da Google.
A differenza di Megaupload, come sottolinea lo stesso Kim, “YouTube ha vinto la sua battaglia legale mentre io me ne sto seduto in galera, mentre la mia casa è stata perquisita e tutti i miei beni congelati senza nemmeno un processo. Senza la possibilità di controbattere in aula. Tutto ciò è veramente pazzesco“.
Come ricorderete, Viacom avviò una causa legale contro YouTube sempre per quanto riguarda la delicata e combattuta questione della violazione dei diritti d’autore. Ora Schmitz si chiede: perché a YouTube è stata data la possibilità di uscire indenne da qualsiasi sentenza, mentre Megaupload sembra dover pagare colpe non commesse direttamente, nonostante la sua policy basata sulla tutela del copyright? Non la pensa dello stesso avviso l’accusa che punta il dito contro il popolare sito di condivisione file, che avrebbe pagato gli uploader per il caricamento illecito di contenuti. Questo fondamentale particolare, dal quale Megaupload si dissocia, farebbe perdere a Schmitz e ai suoi collaboratori la protezione della safe harbor previsto dal Digital Millennium Copyright Act.
Secondo il fondatore, infatti, la piattaforma di Megaupload aveva stipulato accordi commerciali con circa 200 operatori per la rimozione di file illeciti e non consentiti: pertanto, Dotcom non intende cedere alle accuse mossegli, facendo notare che la MPAA ossia la Motion Picture Association of America non ha mai messo in piedi cause legali contro il mega-impero. Il nemico del diritto d’autore, inoltre, afferma di essere consapevole di non essere Google e di non averne nemmeno lo stesso patrimonio economico, “anzi, adesso non ho più neanche un centesimo. Tutti i miei avvocati stanno lavorando senza un centesimo e sono ancora con me perché credono che tutto questo sia ingiusto. Non è giustizia questa“, così ha concluso Dotcom.
Dall’attività illegale svolta mediante Megaupload gli accusati avrebbero guadagnato circa 175 milioni di dollari e prodotto danni pari a 500 milioni di dollari alle industrie musicali e cinematografiche, a causa della pirateria veicolata dalla piattaforma stessa.
FONTE: Attualissimo